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Vasco Rossi difende il mondo dell’arte: «Non siamo inutili»

Vasco Rossi difende il mondo dell’arte: «Non siamo inutili»


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Vasco Rossi si è unito alla marea di artisti che si sono uniti all’«Io non sono inutile», il grido di dolore lanciato dallo scrittore Stefano Massini su La7. Il re del rock italiano ha dato un’adesione totale  «a questo appello per l’arte e la cultura. È una battaglia che combattiamo da anni: non siamo inutili» le sue parole, unite a quelle di Carlo Verdone, Renato Zero, Silvio Orlando, Jovanotti, Fiorella Mannoia, Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Gianna Nannini, Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Emma, Pierfrancesco Favino, Ambra Angiolini, Paola Turci, Tosca, Tommaso Paradiso, Ferzan Ozpetek, Gianmarco Tognazzi, Fabrizio Bentivoglio, Alessandra Amoroso. Cinema e musica uniti.

«Il virus che sta cambiando tante cose sta portando anche una nuova contrapposizione: quella tra essere umani necessari e quelli inutili – afferma Vasco Rossi -. Abbiamo costantemente dati agghiaccianti sui morti in cui diciamo che erano di una certa età o erano portatori di altre patologie, come dire che anche in quel caso tranquilli tutti perché la loro utilità era già minacciata. Si parla del fatto che devono partire i settori fondamentali, come l’industria, la scuola, i centri commerciali. E poi ci sono io, che come scrittore sono un totale parassita della società: i teatri, i cinema, i concerti, vedremo se aprire. Si capisce che ci sono dei problemi sanitari mettendo centinaia di persone insieme, ma non è quello il punto. Il punto è il modo irritante in cui si dà per scontato il fatto che l’arte, il teatro, il cinema, la musica siano delle cavolate marginali che anche se non cominciano, chissenefrega. Le cose utili, quelle sì, ma noi non ne facciamo parte. Si dà il caso che il paese sia in una sorta di carcerazione obbligata dai motivi sanitari da svariate settimane…».

La conclusione del rocker di Zocca è orgogliosa: «Posso dire che probabilmente gli inutili cantanti, gli inutili attori, gli inutili scrittori con le loro inutili opere, con le loro inutili canzoni, con i loro inutili film hanno probabilmente fatto sì che questa carcerazione fosse più sopportabile. Grazie a canzoni e film che hanno inondato computer, telefonini, iPad e televisori siamo riusciti a tenere compagnia alla gente e quindi forse tanto inutili non eravamo».