Errore, nessun ID annuncio impostato! Controlla la tua sintassi! Il turismo del vino ucciso dal Coronavirus | SubitoNews

Il turismo del vino ucciso dal Coronavirus

Il turismo del vino ucciso dal Coronavirus


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Il turismo è la vittima economica principale dell’epidemia da Coronavirus. Un miliardo e quattrocento milioni di viaggiatori l’anno con un business che si aggira a 1.300 miliardi bloccato dalla paura. Di salire in aereo a contatto con passeggeri contagiosi, di andare in alberghi o ristoranti dove il viaggiatore precedente malato di Covid-19 può aver starnutito. La reclusione in casa ha aumentato la percezione di pericolo rispetto a tutto quello che sta fuori delle mura domestiche, per cui le vacanze appaiono come esperienze ansiogene con il Coronavirus sempre in agguato. E in questo non hanno aiutato le dichiarazioni di  Ursula Von der Leyen, la presidente della Commissione Europea: <Nn prenotare le vacanze della prossima estate>.

In Italia il turismo estero vale oltre 40 miliardi. E la situazione più grave è in campagna, dove il turismo si è sviluppato negli ultimi anni sotto forma di agriturismo e turismo enogastronomico. Secondo la Banca d’Italia i turisti esteri spendono 12 miliardi l’anno in cibo e vino. Un autentico motore per la ristorazione e i negozi di tutte le città turistiche che oggi è spento. Un dato per tutti: lo scorso anno metà dei 58 milioni di turisti stranieri in Italia ha comprato almeno una bottiglia di vino.

Ecco così che, se le destinazioni del turismo enogastronomico negli ultimi anni sono cresciute a doppia cifra, il presente parla di uno stop totale e il futuro appare molto preoccupante. Il Chianti classico, le Langhe, la Valpolicella: un autentico sistema economico costruito sull’attrattiva vino – con alberghi e agriturismi, ristoranti, enoteche, cantine aperte al pubblico per visite, degustazioni e vendita diretta – è a rischio vitale.Parliamo di 25.000 aziende enologiche italiane aperte al pubblico che danno occupazione a 30.000 dipendenti stagionali. Persone che potrebbero rimanere senza lavoro. Il solo contraccolpo economico della mancanza di vendita diretta nelle cantine è valutabile in 2-2.5 miliardi di euro di perdite.