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Grotte di Frasassi, spettacolo della natura da non perdere

Grotte di Frasassi, spettacolo della natura da non perdere


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Le Grotte di Frasassi sono una tappa imperdibile per chi visita le Marche. Tra le più grandi ed estese d’Europa sono Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’Unesco.

Le Grotte di Frasassi si trovano a Genga, all’interno del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa, in provincia di Ancona. Si estendono su una lunghezza di oltre 20 km.

La formazione delle grotte di Frasassi

L’acqua mineralizzata si è incontrata con l’acqua più fredda proveniente dalla percolazione superficiale e dalla falda di subalveo del fiume Sentino. In questi piani di faglia e nelle disgiunzioni del calcare massiccio ha avuto origine il complesso carsico della grotta Grande del Vento. L’origine delle prime sale è datata ad un milione quattrocentomila anni fa. Le cavità carsiche a 250 metri sono di modeste dimensioni. Man mano che il torrente Sentino scendeva di quota per l’intensa erosione, l’acqua del fiume tendeva ad essere meno impetuosa e meno veloce. La zona di reazione tra acqua sulfurea e le acque fredde stazionava sempre più a lungo alla stessa quota permettendo di conseguenza la formazione di quel complesso di sale che oggi ritroviamo. Tra le stalattiti e le stalagmiti più famose ci sono: i giganti, il cammello, il dromedario, l’orsa, la Madonnina, la spada di Damocle (7,40 m di altezza e 150 m di diametro), le piccole cascate del Niagara, la fetta di pancetta (rosa chiaro), la fetta di lardo (bianco a causa della calcite), l’obelisco (alta 15 metri), le canne d’organo, il castello delle streghe. All’interno delle grotte non esiste luce naturale, la temperatura è costante a 14 gradi e sono state censite 67 specie di animali.

La scoperta

Il 28 giugno 1948, Mario Marchetti, Paolo Beer e Carlo Pegorari del Gruppo Speleologico scoprirono l’ingresso della grotta del Fiume. Nel 1966 Maurizio Borioni, troverà all’interno un’ulteriore diramazione, della lunghezza di oltre un chilometro. Nel luglio 1971 alcuni giovani jesini si trovano di fronte ad una stretta apertura da cui fuoriesce una notevole corrente d’aria. Sono Armando Antonucci, Mauro Brecciaroli, Mauro Coltorti, Mario Cotichelli, Massimo Mancinelli, Giampiero Rocchetti e Roberto Toccaceli. Il primo agosto oltrepassarono quella che sarà definita la “strettoria del tarlo”. La scoperta più rilevante, la grotta Grande del Vento, si avrà il 25 settembre 1971, quando Rolando Silvestri del Gruppo Speleologico Marchigiano Club Alpino Italiano di Ancona, attraversando le pendici nord del monte Vallemontagnana, scoprì un piccolo imbocco. Proseguirono le attività del Gruppo Speleologico di Jesi e del Gruppo anconetano, il primo nella Grotta del Fiume e il secondo nella Grotta Grande del Vento. Loro obiettivo era quello di trovare la via di comunicazione tra le due cavità. La loro ricerca sarà realizzata l’8 dicembre, ma saranno alcuni speleologi del C.A.I. di Fabriano a portarsi sulle tracce degli speleologi anconetani nella Grotta Grande del Vento. Essi diedero anche un nome a quel passaggio: “condotta dei fabrianesi”. Le due enormi grotte diventarono un enorme labirinto di ambienti sotterranei che si susseguono per oltre tredici chilometri. Sul finire del 1972 venne costituito il “Consorzio Frasassi”, con l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare le grotte di Frasassi e il territorio comunale entro cui si trovano. L’apertura risale al 1° settembre 1974.