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Elezioni Regionali: finisce 3-3, il centrosinistra rafforzato dal voto

Elezioni Regionali: finisce 3-3, il centrosinistra rafforzato dal voto


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Pericolo scampato per il Governo. Insieme al largo sì (quasi il 70%) incassato dal referendum sulla riduzione dei parlamentari, punto cardine della politica dei 5 Stelle, i risultati delle elezioni Regionali, con la conferma in Puglia di Michele Emiliano e soprattutto con l’ascesa in Toscana Eugenio Giani, allontanano il pericolo di un contraccolpo sull’Esecutivo e sul Pd, blindando così la maggioranza. Le urne profilano un 3-3, con il centrosinistra che mantiene anche la Campania di Vincenzo De Luca e perde le Marche, dove passa Francesco Acquaroli (Fdi), mentre il centrodestra si conferma alla guida della Liguria, con Giovanni Toti, e del Veneto, con il leghista Luca Zaia.

A festeggiare dunque sono il segretario Pd, Nicola Zingaretti, e il M5s, che si è intestato la riduzione del numero dei parlamentari anche se ammette la grossa perdita di consensi registrata alle Regionali. Per non perdere il “momento”, il ministro Luigi Di Maio, quindi rilancia: «Ora si taglino anche gli stipendi e si faccia una legge elettorale proporzionale».

Nel centrodestra c’è meno entusiasmo. Specie in casa Lega. Matteo Salvini sperava di riscattare la sconfitta in Emilia Romagna, conquistando la Toscana con Susanna Ceccardi. Un ribaltone nella regione da sempre rossa infatti lo avrebbe rafforzato anche nella leadership del centrodestra, dove preme Giorgia Meloni, che può sbandierare la conquista delle Marche. «Da nord a sud Fratelli d’Italia è l’unico partito che cresce in tutte le regioni al voto» ha scritto la leader di destra. Anche Salvini si è affidato a Facebook, per ricordare che «Lega e centrodestra saranno alla guida di 15 Regioni su 20». Poi ha rimarcato: «Non chiedo elezioni anticipate». I numeri del voto danno indicazioni chiare. Meglio di no.

Soddisfazione dal premier Giuseppe Conte. «Gli italiani hanno offerto una grande testimonianza di partecipazione democratica. Gli italiani hanno dimostrato un forte attaccamento alla democrazia» il commento di Palazzo Chigi, mentre Zingaretti corteggia Di Maio dopo il voto disgiunto. «Se gli alleati ci avessero dato retta l’alleanza di governo avrebbe vinto quasi tutte le regioni italiane» fa notare il segretario Pd. L’esito del voto allontana l’ipotesi di rimpasto: «Non cadiamo in questo tranello» dice il segretario dem, che però presenta subito il conto: «Sui decreti Salvini c’è un accordo e ora vanno assolutamente modificati».