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Commercio in Afghanistan, come si finanzierà lo stato

Commercio in Afghanistan, come si finanzierà lo stato


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La situazione a Kabul rimane in aggiornamento. Dall’esplosione delle bombe di qualche giorno fa si è passati ai missili dell’Isis intercettati dai sistemi americani. Ora tutto sembra stabile, ma come se fosse un castello di carta pronto a crollare. Ora è sorto un nuovo problema. Come si finanzieranno i talebani? Attualmente, sono poche le idee di commercio in Afghanistan. In passato a pagare gli stipendi della pubblica amministrazione era l’intelligence pakistana. Sempre negli anni scorsi, il paese riceveva una sorta di affitto da parte di Al Qaeda, per essere ospitata nel paese. Adesso bisognerà vedere se i talebani saranno in grado di autofinanziarsi, anche se lasciati soli e senza aiuti. Il territorio del paese, però, offre qualche spunto. Secondo gli esperti, in ogni caso l’economia afgana si ridurrà del quindici percento nei prossimi mesi.

Commercio in Afghanistan, i nuovi metodi dei talebani

Uno dei più grandi commerci che i talebani possono effettuare è quello della droga. Infatti, il Afghanistan cresce l’oppio dai papaveri, che come probabilmente già sapete, viene trasformato in eroina. Questo è uno dei fattori su cui puntano di più. Nel 2020, il loro giro d’affari per la droga era stimato in una cifra compresa tra i due e i tre miliardi di dollari. Un altro tipo di entrata che i talebani sfrutteranno è quella dei servizi in cambio di tasse. Infatti, mettendosi al posto di un governo legittimo, possono garantire la sicurezza dei cittadini e riscuotere i tributi dalla popolazione. In realtà, ciò succede da anni nelle aree rurali del paese e ora dovranno solo adattarlo alla città centrale di Kabul. Nelle città più avanzate, però, avranno qualche problema. Dal 2001 ad oggi c’è stato un forte sviluppo economico e sociale e quindi sarà difficile far regredire i cittadini. Un grande problema ora è la crisi di liquidità: senza il contante straniero, i rubinetti afgani si sono prosciugati. Ciò potrebbe aiutare i talebani a reimpostare un’economia di sussistenza.