Rebus trasporti, in ritardo sull’inizio delle scuole

Rebus trasporti, in ritardo sull’inizio delle scuole


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“L’estate sta finendo…” cantava Righeira ormai qualche decennio fa. Manca pochissimo al ritorno sui banchi dei giovani studenti italiani (speriamo definitivo). Quello che ancora rimane da risolvere è il rebus trasporti. E probabilmente si arriverà già in ritardo. Tutte le decisioni in materia sono state rimandate al venti di settembre, quando le scuole saranno già cominciate. Rimane da decidere quanti saranno i controllori che vigileranno sugli studenti all’interno dei mezzi pubblici, soprattutto per l’utilizzo delle mascherine. Uno dei grandi problemi dell’organizzazione degli spostamenti con gli autobus è avere i dati Istat fermi al 2019, quando erano tre milioni le persone che tutti i giorni sfruttavano il servizio pubblico. Erano 900mila quelle che prendevano il treno. Una delle chiavi della ripartenza è il controllo dei biglietti. Esso è attualmente sospeso per le questioni Covid. Ora sarebbe una priorità ripristinarlo, ma in modalità diverse rispetto al passato.

Rebus trasporti, il mobility manager

Un ruolo chiave su cui sta puntando il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini è il mobility manager, da nominare per ogni istituto scolastico. Questa figura dovrebbe realizzare il piano di spostamenti casa-lavoro, ma sembra che i presidi delle scuole non siano favorevoli allo stesso. Alcuni rivendicano la mancanza di fondi per l’istituzione della figura, altri non vogliono scaricare le responsabilità sul professore scelto. In realtà, quello del mobility manager è un ruolo che esiste da anni, prima ancora dell’emergenza pandemica. Infatti, è stato introdotto da una legge del dicembre 2015. Nonostante ciò, pochissime scuole lo hanno nominato e, probabilmente, non lo faranno nemmeno adesso. Il venti di settembre verrà fatto il punto della situazione. Nel frattempo la scuola comincerà, con tutti i dubbi del caso. La capienza dei mezzi consentita sarà dell’ottanta percento. Anche questo è un dato che preoccupa gli esperti.