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Buco dell’ozono, le dimensioni spaventano

Buco dell’ozono, le dimensioni spaventano


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Il problema dell’inquinamento e del conseguente cambiamento climatico è uno dei danni più grossi, e forse irreparabili, provocato dall’essere umano. A preoccupare adesso sono le dimensioni del buco dell’ozono, che attualmente è una delle più estese degli ultimi anni. Addirittura quest’anno ha superato le dimensioni dell’Antartide. A fornire queste informazioni è il satellite Sentinel 5P, facente parte del programma Copernicus della Commissione Europea.

Buco dell’ozono, l’opinione degli esperti

Solitamente il buco presente nello strato di ozono che circonda l’atmosfera terrestre si forma tra agosto e settembre, in quella che viene chiamata primavera australe. Raggiunge poi la sua massima estensione tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Rispetto all’anno scorso, ora è più grande del 75%. Sta durando anche più del previsto ed infatti è anche uno dei più duraturi mai registrati. Secondo il Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Raggio, però, questi dati non vanno giudicati frettolosamente. “Il monitoraggio del buco dell’ozono al Polo Sud va interpretato con cautela, visto che le dimensioni, durata e concentrazioni sono influenzati dai venti locali” hanno dichiarato. Il foro dovrebbe chiudersi entro il 2050, hanno poi specificato.

L’accordo di Montreal

Il problema rimane quindi molto variabile e può cambiare molto di anno in anno. Se gli stati rispetteranno il protocollo di Montreal, non dovrebbero crearsi altre problematiche. L’accordo, infatti, dal 1989 vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono sopra la Terra. Un’azione internazionale per verificare il rispetto del patto potrebbe fare da garante per la situazione. Ora bisognerà aspettare la naturale chiusura del buco, per poi rivalutare la dimensione il prossimo anno. Con la fine della primavera australe, le temperature nella parte superiore della stratosfera cominciano a salire e l’impoverimento dell’ozono rallenta. Di conseguenza, il vortice polare si indebolisce e si rompe, portando i livelli di ozono alla normalità, solitamente entro dicembre. La situazione quindi rimane in aggiornamento.