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Shomèr ma mi-llailah, di Francesco Guccini

 


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Shomèr ma mi-llailah? La canzone di Francesco Guccini si riferisce ad un passaggio del profeta Isaia, nel quale viene espressa in modo conciso l’attesa della fine del dolore e del Male, condizione tipicamente umana, e l’arrivo del nuovo giorno. Il titolo significa letteralmente Quanto resta della notte? e i versetti in questione sono Isaia 21, 11-12:

Shomèr ma mi-llailah, di Francesco Guccini

Testo della canzone

La notte è quieta senza rumore,
c’è solo il suono che fa il silenzio
e l’aria calda porta il sapore
di stelle e assenzio.

Le dita sfiorano le pietre calme,
calde di un sole memoria o mito,
il buio ha preso con sé le palme,
sembra che il giorno non sia esistito.
lo, la vedetta, l’illuminato,
guardiano eterno di non so cosa,
cerco innocente o perché ho peccato
la luna ombrosa.

E aspetto immobile che si spanda
l’onda di tuono che seguirà
al lampo secco di una domanda,
la voce d’uomo che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?

Sono da secoli, o da un momento
fermo in un vuoto in cui tutto tace,
non so più dire da quanto sento
angoscia o pace.

Coi sensi tesi fuori dal tempo,
fuori dal mondo sto ad aspettare
che in un sussurro di voci o vento
qualcuno venga per domandare.
E li avverto, radi come le dita,
ma sento voci, sento un brusio
e sento d’essere l’infinita eco di Dio.

E dopo, innumeri come sabbia,
ansiosa e anonima oscurità
ma voce sola di fede o rabbia,
notturno grido che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?

“La notte, udite, sta per finire,
ma il giorno ancora non è arrivato,
sembra che il tempo nel suo fluire
resti inchiodato.
Ma io veglio sempre, perciò insistete,
voi lo potete: ridomandate!
Tornate ancora se lo volete,
non vi stancate!”

Cadranno i secoli, gli dei e le dee,
cadranno torri, cadranno regni
e resteranno di uomini e idee, polvere e segni.

Ma ora capisco il mio non capire,
che una risposta non ci sarà,
che la risposta sull’avvenire
è in una voce che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?

Testi: Francesco Guccini