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Rocca Manfrediana, una fortificazione che vien dal Medioevo

Rocca Manfrediana, una fortificazione che vien dal Medioevo


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La Rocca Manfrediana (Rocca dei Veneziani, o più semplicemente Rocca di Brisighella), è una fortificazione situata sul secondo dei tre pinnacoli rocciosi di selenite a Brisighella, in provincia di Ravenna. E’ sede del museo dedicato al rapporto tra l’Uomo e il Gesso.

Rocca Manfrediana, la storia

La costruzione è iniziata da Francesco Manfredi, signore di Faenza, all’inizio del XIV secolo. La rocca rimane di dominio della famiglia Manfredi fino al 1500, passando a Cesare Borgia per tre anni. Dal 1503 al 1509 appartenne alla Repubblica di Venezia che realizzò il grande mastio in aggiunta al preesistente torricino, e le mura sui due lati. Il territorio entra a far parte dello Stato Pontificio e, verso la fine del XVI secolo, la sommità dei due torrioni viene ricoperta da un tetto. Dopo una breve parentesi napoleonica, la rocca ritorna al Papa, fino al 1860 quando la Romagna entra a far parte del Regno d’Italia. Il castello è completamente restaurato all’inizio del XXI secolo. E’ allestito un museo, all’interno della struttura, che racconta il rapporto tra l’Uomo e il gesso; materiale di cui è composto il pinnacolo su cui poggia la rocca.

Influenze culturali

All’interno della Rocca è ambientato il drammatico finale del romanzo storico Il figlio del cardinale della scrittrice irlandese Ethel Lilian Voynich; romanzo ambientato nell’Italia risorgimentale tra il Granducato di Toscana e la Romagna Pontificia. Dal 1980 ogni anno, intorno all’inizio di giugno, si tiene all’interno della rocca la “Festa Medievale”; una manifestazione di rievocazione storica, che ha reso il paese di Brisighella una delle mete più popolari. Il paese rivive il fascino del suo passato medievale rappresentando per le strade dei suoi borghi scene di vita quotidiana di uno dei periodi più oscuri e misteriosi della nostra storia; la rappresentazione di vecchi mestieri artigianali, tra folle di contadini, musicanti, giullari e cantastorie, tutti in abiti tradizionali, fino ad arrivare al crepuscolo con gli scontri guerreschi quando al suono di tamburi, schiere di cavalieri si sfidano in duelli travolgenti.

Rocca Manfrediana, la struttura

La Rocca conserva le caratteristiche delle fortezze medievali: i fori per le catene dei ponti levatoi, i beccatelli e le caditoie, i camminamenti sulle mura di cinta, le feritoie. Articolata intorno a un vasto cortile interno di forma trapezoidale, presenta agli angoli nord-est e sud-est due torrioni circolari, che fiancheggiano l’ingresso. In fondo al cortile interno è possibile visitare la caponiera e comprendere la funzione difensiva delle opere fortificate. La scala di accesso alla Torre Manfrediana è una passeggiata nella storia che parte dalla frequentazione in età protostorica delle grotte della Vena del Gesso per motivi funerari e di culto, attraversa l’età Romana con lo sviluppo dell’attività estrattiva del prezioso lapis specularis (vetro di pietra) ed arriva al Medioevo e al Rinascimento.

Il restauro

Il restauro ha comportato interventi di manutenzione e conservazione delle strutture murarie e dei camminamenti di ronda. Con gli stralci successivi terminati alla fine del 2008 si è provveduto alla valorizzazione degli aspetti peculiari del fortilizio e alla predisposizione degli allestimenti in funzione delle attività culturali da insediare. Si è provveduto alla manutenzione del percorso pedonale dal paese (la Strada della Rocca) e al rifacimento dell’illuminazione del monumento. Tra gli interventi più significativi c’è il recupero e la pulizia dell’intero paramento murario, il rifacimento delle coperture delle due torri e del camminamento di ronda con passerelle. E’ stata realizzata un’illuminazione dinamica, diversa a seconda delle angolazioni e variabile in scansioni temporali.

Il Museo

L’allestitamento ha selezionato alcuni tra i contesti più rappresentativi all’interno della Vena del Gesso, ovvero i reperti provenienti dalla Grotta dei Banditi per l’epoca pre/protostorica; i materiali della casa romana del Carnè, della cava della Lucerna, prima cava di lapis specularis identificata in Italia, per l’età romana; i materiali rinvenuti nel castello di Rontana per l’età medievale. Un video mostra in che cosa consisteva l’estrazione del lapis specularis, aiutata dalla fioca luce della lucerna. Alla sezione dedicata al rapporto tra l’Uomo e il Gesso è stata affiancata una seconda sezione didattica legata al Medioevo e al Rinascimento riguardante l’edificio della Rocca. Il visitatore può seguire il percorso didattico lasciandosi trasportare anche dalle ripristinate Pietre Parlanti.