Pattinaggio: riecco Carolina Kostner, sogna uno spettacolo tutto suo

Pattinaggio: riecco Carolina Kostner, sogna uno spettacolo tutto suo


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L’amore per il ghiaccio, la voglia di matta di fare tutto tranne che di appendere i pattini al classico. La fatina azzurra dell’artistico, Carolina Kostner, è tornata a parlare di sé alla vigilia del 33° compleanno e dopo aver pagato ancora la condanna (un anno dopo diverse revisioni) per aver coperto nel 2014 l’allora fidanzato marciatore Alex Schwazer, che ne frattempo s’è sposato ed è diventato papà con un’altra donna ed è stato risqualificato in una storia che ha i contorni dell’accanimento e dell’ingiustizia. Una vicenda dolorosa per la gardenese, campionessa del mondo nel 2013 e cinque volte regina d’Europa, con la medaglia olimpica (bronzo) di Sochi 2014 al collo e le emozioni di due anni fa a PyeongChang (quinta al rientro).

«Sogno di avere un giorno uno spettacolo tutto mio in Italia e di portare il pattinaggio in giro per il paese molto più spesso» l’annuncio della Kostner a ‘Snap – Oltre lo sport’, un nuovo programma sui campioni dello sport in onda su Sportitalia. «Sono stata squalificata dodici mesi: un tempo lungo ma così pieno di eventi che alla fine è quasi volato. Non amo piangermi addosso, ho un carattere tale per cui voglio affrontare i problemi, superarli e trovare delle soluzioni. Ed è quello che ho fatto, mi sono rimboccata le maniche e penso che chi mi ha seguito in questi anni ha capito che non sono una persona che si arrende facilmente».

Al punto da aver trasformato la sua vicenda in un’opportunità per mandare al mondo un messaggio positivo. «Dopo una vita passata a lottare per il successo in modo pulito – racconta Carolina -, con dedizione e sacrificio, senza mai prendere nessuna scorciatoia, è stato difficile giustificarmi, anche se avevo la consapevolezza di non avere avuto mai niente a che fare con il doping. E’ stato un periodo molto duro per Carolina Kostner, ma ora è passato. Certo, come qualunque donna mi sono sentita delusa, arrabbiata, ma oggi con onore posso dire che sono testimonial della Wada». L’agenzia mondiale anti-doping.