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Monte d’Accoddi, tutto quello che serve sapere

Monte d’Accoddi, tutto quello che serve sapere


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Monte d’Accoddi (o d’Accodi, o Akkoddi) è un sito archeologico della Sardegna prenuragica che risale agli anni tra il 4000 ed il 3650 a.C. e che fu ampliato successivamente negli anni tra il 2800 a.C. ed il 2400 a.C.

Si tratta di un monumento di grandissimo rilievo culturale per via dell’altissima concentrazione di tipi di reperti al punto da essere considerato uno dei più importanti dell’Europa e del Mediterraneo. La sua particolare forma ricorda molto lo Ziqqurat della Mesopotamia e si trova nella Nurra, l’area nord occidentale della Sardegna nei pressi di Sassari.

Monte d’Accoddi: accenni storici

Il complesso del Monte d’Accoddi si trova all’interno di una vasta area territoriale ricca di monumenti preistorici posizionati a poca distanza gli uni dagli altri. Oltre al Monte d’Accodi, quindi, è possibile accedere alle vecchie necropoli del Crucifissu Mannu, al Ponte Secco, a Li Lioni e molto altro ancora.

Tale complesso monumentale è unico nel suo genere e appartiene alle costruzioni di epoca prenuragica risalenti alla seconda meta del IV millennio a.C., di poco precedenti all’era del neolitico.

Nella zona si stabilirono in antichità diversi villaggi a capanne risalenti alla cultura degli Ozieri ai quali è associata anche il cimitero con le tombe sotterranee e il tempio realizzato a lastre di pietra.

Successivamente questi edificarono una piattaforma sopraelevata a forma di piramide tronca alla quale si accedeva attraverso una rampa. Su di essa fu posizionata una struttura rettangolare rivolta a sud che prende il nome di Tempio Rosso per via delle superfici intonacate e dipinte in ocra rossa.

Dal terzo millennio a.C.

Ancora più tardi, nel III millennio a.C. questa enorme struttura fu forse abbandonata, tant’è che sono state rinvenute anche tracce di incendi. Nel periodo del 2800 a.C. la struttura degli Ozieri fu ricoperta completamente da un riempimento di terra, pietre e calcare disposto in complesse stratificazioni alternate. 

È proprio così che si venne a creare la seconda grande piattaforma sempre a piramide tronca, edificata proprio sopra quella più antica. Si tratta di una sorta di santuario noto come “Tempio a Gradoni” che è stato attribuito alla cultura di Abealzu-Filogosa, una cultura prenuragica appartenente all’età del rame. Tale cultura ha lasciato ritrovamenti presso Sassari, Macomer e Filigosa.

A quei tempi questo edificio funse da centro religioso e rimase tale per diversi secoli fino a quando fu abbandonato durante l’età del bronzo, attorno al 1800 a.C. In quel periodo il tempio era oramai in completa rovina e, pertanto, fu utilizzato sporadicamente per le sepolture.

Durante la seconda guerra mondiale la struttura subì danneggiamenti sulle zone superiori emerse con gli scavi, condotti da Ercole Contu e Santo Tinè. Negli anni ottanta del Novecento, infine, il monumento fu oggetto di una serie di ristrutturazioni e ricostruzioni che hanno anche apportato danni ritenuti ad oggi ingiustificabili.

Caratteristiche del Monte d’Accoddi

Il monte d’Accoddi si caratterizza da una parte centrale conosciuta come Altare e da tutta una serie di manufatti. A dire il vero gli altari erano due, come testimoniano i rilevamenti di Contu e Tinè. Questi furono costruiti in periodi diversi ma l’uno (quello più recente) inglobò l’altro, ovvero quello più piccolo e antico.

L’altare così costituito si caratterizza da un tronco di piramide di quai quaranta metri di base e un’altezza di quasi dieci metri. Sul lato meridionale è presente la rampa di accesso di poco più di quaranta metri.

Il monumento dell’altare risiedeva nella parte più esterna ed era circondato da murate inclinate che sostenevano l’ammasso interno stratificato di terra e pietrame. Anche la rampa era costruita con la stessa tecnica procedendo a mano a mano lungo il tronco della piramide, per servire come piano inclinato su cui si estendeva l’edificazione dell’edificio.

Oltre all’Altare sono presenti altri manufatti prenuragici come il dolmen laterale che serviva anche come tavola per le offerte. Sembrerebbe anche che questa enorme lastra di calcare fosse una sorta di altare dei sacrifici essendo forse più recente dell’Altare centrale. È presente anche un menhir del peso di oltre cinque tonnellate visibile assieme agli altri due con i quali forma una sorta di macro-altare.

Secondo Eugenio Moroni la simmetria nella disposizione dei manufatti sarebbe riconducibile alla Croce del Sud, la costellazione che cinquemila anni fa era visibile proprio da dove oggi sorge il monumento. In base a tale teoria, quindi, le forme stilizzate ricondurrebbero alla Dea Madre la cui stele è posizionata proprio a Nord del Monumento.

Come e quando visitarlo

Il sito del Monte d’Accoddi sorge a circa 13 chilometri da Sassari. È raggiungibile passando per l’ex Strada Statale 131 in direzione di Porto Torres all’altezza del chilometro 222 circa.

Qui c’è una svolta a sinistra in corrispondenza dello svincolo per Bancali che riconduce verso Sassari e che passa per la Strada Vicinale Monte d’Accoddi. La zona è facilmente riconoscibile perché è segnalata da cartelli turistici, anche per chi viene da Porto Torres.

È possibile visitare il sito solo su prenotazione per gruppi organizzati e scolaresche. Per informazioni e prenotazioni sulle visite guidate occorre fare riferimento alla Direzione Regionale Musei Sardegna, l’amministrazione incaricata per la gestione e per la tutela.