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Effetto Covid: rinasce la Barriera Corallina

Effetto Covid: rinasce la Barriera Corallina


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Pochi giorni fa nella Grande Barriera Corallina settentrionale d’Australia si è rinnovato il più grande spettacolo riproduttivo del mondo, amplificato dall’effetto Covid, che ha ridotto l’inquinamento e lo sfruttamento dei fondali. I coralli hanno rilasciato miliardi di ovuli e sperma nell’oceano, in un atto sincronizzato per la riproduzione della specie. Un fenomeno naturale di straordinaria bellezza, spesso descritto come “una tempesta di neve sottomarina”, che si verifica solo per poche notti all’anno e solo poche centinaia di fortunati subacquei sono in grado di assistere a questo spettacolo surreale, che celebra la nuova vita della Grande Barriera Corallina.

La rinascita della Grande Barriera Corallina

Quest’anno il fenomeno è stato trasmesso con eccezionali riprese ravvicinate con una squadra di subacquei e scienziati in programmi della tv nazionale australiana Abc. David Wachenfeld, scienziato capo del Great Barrier Reef Marine Park Authority, ha spiegato che la deposizione delle uova dei coralli è l’evento annuale più importante per il processo di ripristino della barriera corallina. Generalmente avviene due o sei giorni dopo la luna piena, quando la temperatura dell’acqua ha superato i 27° per almeno un mese. Richiede un piccolo movimento di marea e si verifica di notte, quando i mangiatori di plancton dormono, dando ai fasci di uova e spermatozoi una maggiore possibilità di fecondazione e sopravvivenza.

«Il 75% dei coralli sono ermafroditi – spiega Gareth Phillips, biologo marino del Reef Teach di Cairns -. Significa che i polipi sono sia maschi che femmine. Questi coralli si riproducono dall’esterno e generano sia lo sperma che l’uovo, che vengono contemporaneamente rilasciati nell’acqua durante l’annuale deposizione delle uova dei coralli. Le uova e i fasci di sperma risalgono lentamente in superficie, dove formano un denso manto marrone, dando così inizio al processo di fecondazione. Anno dopo anno, questo dimostra che, nonostante le gravi pressione sulla barriera corallina dovute al cambiamento climatico e all’inquinamento, c’è ancora speranza per il futuro della sua specie. Dobbiamo, però, agire adesso. Abbiamo bisogno delle migliori misure globali possibili per ridurre al minimo le emissioni di gas serra».