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Djokovic sommerso dalle critiche per il focolaio di Covid al suo torneo

Djokovic sommerso dalle critiche per il focolaio di Covid al suo torneo


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Continuano le polemiche intorno a Novak Djokovic, il numero 1 del tennis mondiale positivo al doping (come la moglie e l’allenatore) durante l’Adria Tour, il torneo che ha voluto organizzare nonostante viga ancora lo stop agonistico dell’Atp. Doveva essere una grande festa, s’è trasformato in un focolaio, innescato suo malgrado dal bulgaro Dimitrov, che ha contagiato anche il croato Coric. E tutti gli altri. Colpa di un torneo-esibizione che non ha rispettato nessun protocollo, con pubblico e assembramenti (senza mascherina) e abbracci tra giocatori e tifosi in campo.

Prima è arrivata la lavata di capo di Andrea Gaudenzi, il fresco presidente dell’Atp (l’Associazione dei giocatori di tennis che ora non si sente più rappresentata da Djokovic) che ha attaccato così: «E’ un po’ come quando dici ai tuoi figli che cercano di imparare ad andare in bicicletta che devono indossare il casco. E loro dicono “no, no e no”. Poi vanno in bici, cadono e mettono il casco». Ora la risposta di Sdrjan Djokovic, il padre di Nole, già ribattezzato NoVax DjoCovid ironizzando sulle sue dichiarazioni contro i vaccini e sulla sua positività. «Non sappiamo dove l’abbia preso, ma l’ha portato Dimitrov. Non è stato testato qui, l’ha fatto in qualche altro posto. Penso che sia sbagliato. Ha inflitto enormi danni sia alla Croazia che alla nostra famiglia».

Dimitrov, che per primo aveva denunciato la sua positività sui Social, ha fatto replicare il suo manager. «Dopo tre mesi di isolamento, Grigor è andato direttamente a Belgrado – la risposta di Georgi Stoimenov a un sito specializzato bulgaro -. Né lì, né più tardi a Zara, gli è stato proposto o è stato costretto a fare il tampone. Gli organizzatori dell’evento sono i soli responsabili del protocollo sanitario del torneo e delle regole da seguire. Grigor ha rigorosamente osservato tutte le norme da loro imposte e le leggi e i regolamenti esistenti». Il risultato però è che il tennis, che s’è proclamato sport più sicuro del mondo, sta tremando in vista della ripresa, in programma a inizio agosto in Nord America.