Errore, nessun ID annuncio impostato! Controlla la tua sintassi! Daniele Santoianni nell’inchiesta sulla mafia del caffè | SubitoNews

Anche l’ex Grande Fratello Daniele Santoianni nell’inchiesta sulla mafia del caffè

Anche l’ex Grande Fratello Daniele Santoianni nell’inchiesta sulla mafia del caffè


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C’è anche un ex concorrente del Grande Fratello tra gli indagati nell’inchiesta della Prucura di Palermo sui clan mafiosi dell’Arenella e dell’Acquasanta che stanni cercando di sfruttare l’emergenza da Coronavirus che ha fermato drammaticamente le attività economiche. Si tratta di Daniele Santoianni, che ha partecipato alla decima edizione del reality tv e che ora è agli arresti domiciliari con l’accusa di essere un prestanome del clan. Santoianni era stato nominato rappresentante legale della Mok Caffè S.r.l., ditta che commerciava in caffè, di fatto nella disponibilità della cosca. «Con ciò alimentando la cassa della famiglia dell’Acquasanta e agevolando l’attività dell’associazione mafiosa» scrive il Gip nella sua ordinanza cautelare.

Nell’operazione la Guardia di Finanza, con blitz in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Roscana, Marche e Campania, ha arrestato 91 tra boss, gregari, estortori e prestanomi dei due storici clan palermitani. In manette sono finiti esponenti anche delle famiglie Ferrante e Fontana. Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa. Il Gip parla di «contesto assai favorevole per il rilancio dei piani dell’associazione criminale sul territorio d’origine e non solo».

L’inchiesta ha svelato anche gli interessi dei clan negli appalti e nelle commesse sui lavori eseguiti ai Cantieri navali di Palermo, nelle attività del mercato ortofrutticolo, nella gestione delle scommesse online e delle slot-machine, oltre che in quella “storica” del traffico di droga e nelle corse dei cavalli. Lunghissima la lista delle attività commerciali sottoposte al racket del pizzo. Sono stati anche sequestrati beni del valore di circa 15 milioni di euro.