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Vaccino Covid: morto un volontario in Brasile, ma col placebo

Vaccino Covid: morto un volontario in Brasile, ma col placebo


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È morto in Brasile un volontario della sperimentazione clinica per il vaccino anti Covid-19 di AstraZeneca/Oxford. Lo riferisce l’agenzia Reuters, citando l’autorità sanitaria brasiliana Anvisa e l’università federale di San Paolo, che contribuisce a coordinare la fase 3 della sperimentazione nel Paese sudamericano. Secondo però una fonte vicina al dossier il volontario si era iscritto per la sperimentazione ma non aveva ancora ricevuto la dose, bensì il placebo.

La dichiarazione della produttrice del vaccino

Secondo la multinazionale AstraZeneca, che sta sviluppando il suo vaccino anti-Covid in collaborazione con l’Università di Oxford e la Irbm di Pomezia attualmente sono in corso i finali test di fase 3 su questo candidato vaccino. «Non possiamo commentare – si legge in una nota dell’azienda farmaceutica – su casi individuali coinvolti nella sperimentazione in corso del vaccino Oxford, aderendo in modo stringente alla regolamentazione dei trial clinici, ma possiamo confermare che tutti i processi di verifica richiesti sono stati seguiti. Tutti gli eventi medici significativi sono attentamente valutati da investigatori clinici del trial, un comitato di monitoraggio indipendente e le autorità regolatorie. Queste valutazioni non hanno portato a preoccupazioni in relazione alla continuazione dello studio in corso».

Piero Di Lorenzo, il presidente del centro di ricerca Irbm di Pomezia che collabora con l’Università di Oxford per la realizzazione di un vaccino anti Covid-19 per AstraZeneca, conferma comunque la disponibilità delle prime dosi entro dicembre, già annunciata nei giorni scorsi dal presidente del consiglio Giuseppe Conte. Secondo Di Lorenzo «se non insorgono problematiche improvvise è ragionevole pensare che la fase clinica di sperimentazione possa concludersi entro fine novembre o i primi di dicembre – ha detto nel corso di un’intervista concessa al sito Financial Lounge -. Conclusa la fase 3 la palla passa all’Agenzia europea del farmaco per l’eventuale validazione». In tempi normali richiede fino a 12 mesi. «Ma questi non sono tempi normali» spiega Di Lorenzo, ricordando che la procedura di validazione è già incominciata.