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Springsteen: «Trump non vincerà e l’America tornerà unita»

Springsteen: «Trump non vincerà e l’America tornerà unita»


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«Trump non vincerà». Lo dichiara Bruce Springsteen in un’intervista, via Zoom, a Repubblica in cui parla del suo nuovo album, “A letter to you”, in uscita il 23 ottobre. Il Boss della musica spiega come il Paese «come luce brillante della democrazia è stato devastato da questa amministrazione, abbiamo abbandonato gli amici, fatto amicizia con i dittatori e negato la scienza climatica». Poi la rock star racconta: «Credo di aver cominciato a scrivere “Rainmaker” quando Bush era presidente, ma si adatta molto meglio a Trump. Credo che lo sia perché parla di un demagogo, è una canzone in cui cerco di capire che cosa sta succedendo, qual è la connessione tra il demagogo e i suoi seguaci, qual è la dinamica del potere tra loro. È un tema molto interessante ed è una canzone rock molto buona, così ho deciso di metterla nell’album. Ce l’avevo nel cassetto da un po’, l’ho ripresa perché penso che abbia una relazione diretta con la nostra situazione attuale».

Ovviamente il tema delle imminenti elezioni presidenziali americane è al centro delle parole di Springsteen: «Prima di tutto Donald Trump non vincerà, l’avete sentito per primi qui – afferma il Boss -. Joe Biden vincerà e il lungo incubo nazionale sarà non so se sarà davvero finito, ma lui sarà andato. Sono sicuro che non verrà eletto per un secondo mandato. Una certa confusione può esserci, ma spero di vedere una valanga, cosicché non ci siano tante discussioni su chi ha vinto, Joe Biden ovviamente. Spero non ci siano tanti impicci attorno alle elezioni, in modo di non dover aspettare un mese o due in cui fanno ricerche per capire chi ha vinto. Ma io credo che gli Stati Uniti saranno davvero insieme come una nazione unita, senza badare alle tensioni e alle divergenze che ci sono in una parte della sua popolazione oggi. Credo che molto di quello che si vede in televisione sia fatto da una minoranza che cerca di far crescere l’isteria. Io invece penso che ci sia moltissima positività in giro».

Un esempio per Springsteen è il movimento Black Lives Matter. «Molto positivo, pacifico nella sua maggioranza, quando evolve verso la violenza non è un bene per nessuno. Ma se si guarda all’ampiezza e alla quantità di manifestazioni che sono state fatte nel mondo, si può dire che sia un movimento pacifico. Ed è stato salutare in questo momento storico, perché ha riacceso la battaglia per i diritti civili negli Stati Uniti e l’ha spinta verso una direzione più umana. Una direzione che la storia richiede. Non si può vivere in una società in cui se sei un uomo di colore sei in pericolo che qualcuno ti spari, in qualsiasi momento, per una piccola infrazione o perché sei nel posto sbagliato nel momento sbagliato. È giunto il momento per gli Stati Uniti di fare in modo che questo non accada più. Per questo Black Lives Matter è molto importante».