La Juve rallenta a Roma ma ringrazia il solito Cristiano Ronaldo

La Juve rallenta a Roma ma ringrazia il solito Cristiano Ronaldo


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Primo mezzo passo falso per la Juve di Andrea Pirlo in Serie A, che non risponde all’Inter di Conte, vincitrice roccambolescamente e di cuore nell’anticipo per 4-3 contro la Fiorentina e alla goleada tennistica del Napoli contro il Genoa (6-0). Dopo lo scoppiettante esordio contro la Sampdoria, i bianconeri rallentano, costretti al pareggio all’Olimpico contro la Roma, spinta da un Veretout in stato di grazia (doppietta) e con Mkhitaryan ispirato. A riagguantare due volte i bianconeri ci pensa il solito Cristiano Ronaldo, autore di una doppietta chiusa con una prodezza delle sue: uno stacco imperioso su cross di Danilo.

In difficoltà nel gioco e con un Morata (il neoacquisto di ritorno quando sembrava che la Juve fosse indirizzata da Dzeko o Suarez) ancora alieno dalla squadra e sostituito da Douglas Costa, la Juve si è trovata di fronte un avversario tutt’altro che in crisi, con le voci sempre più forti di un esonero di Fonseca. Invece all’Olimpico sono emersi i soliti problemi di centrocampo dei bianconeri, dove Ramsey non ha replicato la bella prestazione contro i doriani, McKennie non ha ripetuto l’esaltante prova del debutto (quando s’è meritato l’appellativo di nuovo Davids) e Rabiot ha fatto un passo indietro nel suo percorso di crescita, mettendo in grande difficoltà i compagni con un’espulsione per doppia ammonizione (provocando anche il rigore dell’1-1 per i pradroni di casa).

Molto bene invece la Roma e anche Dzeko, al quale è mancato solo il gol contro la squadra con la quale aveva già raggiunto l’accordo per il trasferimento (il bosniaco ha colpito un palo esterno), tanto che i giallorossi possono recriminare su una vittoria mancata e CR7, che ha segnato il pareggio decisivo con una prodezza e la Juve in dieci uomini, parla di «un punto importante».

Un punto che fa anche conservare (per ora) la panchina a Fonseca, l’allenatore portoghese della Roma, che nelle ultime ore era stato dato quasi fuori, con i nomi di Rangnick e Allegri già spesi e pronti a sostituirlo.