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Moto: Marquez e Rossi, grandi nemici uniti dalle difficoltà

Moto: Marquez e Rossi, grandi nemici uniti dalle difficoltà


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I giochi sono fatti, o quasi. Il Motomondiale che scatterà domenica 8 marzo a Losail, in Qatar, ha assegnato il suo virtualissimo titolo di campione d’inverno, che al termine delle sei giornate di test collettivi (tre in Malesia, tre in Qatar) è andato alla Yamaha, con la Suzuki in scia. In difficoltà invece Ducati e Honda, alle prese con un problematico adattamento alle nuove gomme Michelin. Ma la notizia è che il cosiddetto “mal comune mezzo gaudio” stavolta vale anche per Valentino Rossi e Marc Marquez.

I due grandi nemici i due piloti più preoccupati al termine delle prove invernali della MotoGP. Valentino è l’unico della Yamaha, dove Maverick Viñales appare come il grande favorito, quanto meno per il via della stagione, a non esser riuscito ad andare forte, soprattutto in assetto da gara. Lo spagnolo, a novembre laureatosi campione del mondo per l’ottava volta (una in meno di Rossi) e fresco di rinnovo addirittura quadriennale con la Honda, è invece alle prese con una nuova moto evidentemente nata male. Diverse cadute, tempi alti per lui, altissimi per gli altri piloti della marca giapponese, dal britannico Cal Crutchlow al fratello Alex, appena promosso dalla Moto2 (da campione del mondo) al team ufficiale HRC. Al punto che nell’ultimo giorno di prove la Honda ha deciso di far girare Marquez con la moto dell’anno scorso e pezzi di quest’anno. Soluzione che sembra essere piaciuta allo spagnolo e che potrebbe essere adottata al primo GP e quindi in quasi tutta la stagione. «Nulla di ciò che abbiamo provato in questo pre-campionato ha funzionato.

Ora che abbiamo trovato la strada, dovremo riprovare tutto» afferma Marquez. Non un bel modo di iniziare, ma pare che Rossi sia messo peggio. «Sono un po’ preoccupato – riconosce il pesarese -. I problemi con le gomme sono molto simili a quelli dello scorso anno: dopo qualche giro devo rallentare e non capiamo perché. Sono abbastanza veloce, ma non costante per potermi giocare la vittoria». Per uno che deve decidere se continuare o smettere in base ai risultati delle prima gare non è certo il massimo.