Crisi in Libano, dall’inflazione al blackout

Crisi in Libano, dall’inflazione al blackout


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Certo, qui da noi le cose non vanno a gonfie vele ma rispetto ad altri paesi non ci possiamo lamentare. Avete presente la crisi in Libano? Ha fatto notizia il blackout 24 ore del paese, ma quello è veramente la punta dell’iceberg. D’altronde la mancanza di corrente elettrica non è una novità per i cittadini del paese. Infatti, vista la scarsità della rete elettrica nazionale, ogni giorno ci sono dalle 8 alle 12 ore di blackout programmato. I generatori locali coprono solo il 65% del fabbisogno energetico della cittadinanza ed i costi per essa, ovviamente, salgono vertiginosamente.

Crisi in Libano, la situazione energetica

Il Libano è in forte crisi. Le fonti di energia elettrica sono praticamente esaurite e i sussidi statali per l’importazione di carburante non possono più essere erogati. I distributori di benzina sono ormai assediati: ore di coda e scontri (spesso anche armati) sono all’ordine del giorno. Il prezzo della benzina è in questo momento il più alto al mondo: parliamo infatti di quasi 4 dollari e mezzo al litro. Oltre a ciò, i problemi sono tanti. In Libano manca un vero settore industriale, un sistema sanitario pubblico efficiente, la corruzione dilaga e il debito pubblico cresce sempre di più.

La crisi nelle famiglie

Anche i prezzi del cibo sono cresciuti spaventosamente. Una bottiglietta d’acqua da mezzo litro costa ora il 550% in più. Secondo un studio condotto dal Lebanon Crisis Observatory dell’università di Beirut, il costo medio del cibo per una famiglia di 5 persone è pari a 5 volte il salario minimo del paese. Di conseguenza, il 34% della popolazione rientra nella povertà estrema e multidimensionale. A Tripoli, la seconda città del paese, il tasso di disoccupazione è salito del 50% rispetto al 2019. Ora il nuovo primo ministro Mikati dovrà incontrare il Fondo Monetario Internazionale per delineare il piano di aiuti.